Egregio Signor Ministro,

L’educazione che ho ricevuto mi porta a ringraziare anche quando si ottengono piccoli risultati.

E pertanto La ringrazio, perché sono sicuro che Lei e il suo staff avete profuso il massimo impegno per soddisfare le richieste che il nostro mondo, nella fattispecie rappresentato egregiamente dal CONI e con grande competenza dall’ANPAM, aveva avanzato.

Ciò nonostante, alla luce del misero ed ingiusto risultato, non posso sottacere e rappresentare la grande delusione dei proprietari e/o gestori degli impianti che tra mille difficoltà hanno lavorato – anche durante la quarantena-; e hanno investito – fra tante promesse- per rendere le strutture regolarmente pronte per la ripresa.

Parimenti ho il dovere di rappresentare la delusione delle migliaia di praticanti “normali”, quelli che, una volta tornati anche al lavoro, trovano nell’attività  sportiva del tiro una ricarica psicologica e uno sfogo passionale.

Ai fini di una valutazione del rischio contagio, credo che non sia stato preso minimamente in considerazione che anche questi atleti “normali” sono abituati da sempre a rispettare le regole rifacendosi a protocolli di comportamento ferrei e, in alcuni casi, maniacali.

Signor Ministro, maneggiare una arma non è come andare in bicicletta, che se cadi ti rialzi, o maneggiare una racchetta, che se si rompe, la sostituisci.

Con le armi, in pedana e fuori, non è consentito il minimo errore.

E a mia memoria, lunga ma ancora vigile, non registro una, dico una, situazione che abbia messo in pericolo la vita delle persone.

E’ per queste oggettive ragioni che mi sento di garantire la massima attenzione e diligente osservanza delle norme di sicurezza suggerite per combattere l’attuale forma di pericolo derivante dal contagio Covid-19.

Ed è per tutto ciò che non demordiamo e sono sicuro che anche Lei, una volta più fiducioso nei comportamenti dei nostri sportivi e dell’importanza strategica del settore, ci sosterrà con più convinzione.

Mi pregio di inoltrare i più distinti saluti.

                                                                                                                          Il Presidente Federale

                                                                                                                          Prof. Felice Buglione